La teoria solunare sostiene esista un collegamento tra le fasi lunari e il comportamento dei pesci.
Tutto ha inizio nell’anno 1933, quando un pescatore statunitense, tale John Adam Knigt organizzò un esperimento chiedendo la partecipazione di un notevole numero di pescatori sparsi in tutto il nord America. Egli li invitò a recarsi su fiumi, orrenti e laghi, distanti tra loro anche centinaia di miglia e ad annotare, giorno dopo giorno, per la durata di un mese, tutte le catture; precisando nel dettaglio le ore.
Raccolti i dati con più esperimenti, e successivamente ordinati ed analizzati, J. K. ne dedusse che le catture più abbondanti si erano verificate in corrispondenza dei giorni che seguivano le notti senza Luna; più nello specifico, emerse un’attività discreta in corrispondenza del primo e dell’ultimo quarto di Luna, mentre risultò molto più scarsa con la Luna piena.
Il principio evinse che:
quando la Luna o il Sole si trovano in situazione di particolare vicinanza alla Terra, e quindi nel momento di maggiore attrazione, si determina nel pesce un particolare stato euforico che si traduce in una maggiore attività predatoria.
Il tema per noi vittime di argute “seghe mentali” ed appassionati di qualunque tattica che ci possa implementare le catture, è affascinante ed attualissimo, ma come cent’anni fa, il mondo della pesca si divide tra seguaci e scettici.
In pratica la teoria di Knight resterà valida, come del resto anche altre teorie, finchè, un appartenente alla fazione degli scettici, non si riuscirà a dimostrarne il contrario: ovvero che ai pesci della luna non glie ne frega un c…zo! Ma di questo ne dubito, perché anche le donne ne sono influenzate…
Nel dubbio molti pescatori consultano le tavole solunari, le quali, in base al principio sopracitato, danno informazioni sul ciclo lunare e delle maree cercando di individuare le ore del giorno e della notte nei quali l’attività del pesce è maggiore, e quindi maggiori sono le possibilità di effettuare catture.
Su queste incide ulteriormente, più che una teoria un dato di fatto; cioè che il comportamento dei pesci è influenzato anche dal tempo, in particolare in Estate alcune specie diventano particolarmente attive immediatamente prima dello scoppio di un temporale o subito dopo, captando una sorta di “Rottura dell’acqua”.
Questo dipenderebbe dalla pressione atmosferica, quindi i giorni più produttivi sarebbero quelli più brutti, quando c’è bassa pressione ed alta probabilità di rovesci.
Per concludere: ci sono persone che se la condizione solunare non è favorevole, non valutano neppure l’idea di prendere in mano la canna. Altre si affidano alla buona sorte, un pò come quando si rientra a casa cercando di ben sperare su come sarà l’umore di tua moglie…