Massimo Massari

" Ogni cosa che più ti aspetti, capita sempre quando meno te l'aspetti ... "

Strumentazione nautica

L’ ECOSCANDAGLIO di Massimo Massari

L’ecoscandaglio è uno strumento in grado di riportarci l’andamento del fondale nella zona sottostante l’imbarcazione dove è installato e di individuare eventuali oggetti localizzati tra la barca ed il fondale. Viene utilizzato principalmente per cercare il pesce e le zone più interessanti per la pesca quali : cadute, scogli, relitti, avvallamenti ect.

In realtà l’ecoscandaglio non è esplicitamente in grado di rivelare la natura di ciò che rileva, ma una corretta interpretazione dei segnali emessi -unitamente ad una buona “pratica” –  permettono a questa finestra sugli abissi di tornarci utile per non dire indispensabile al fine di ottimizzare le nostre battute di pesca.

La spessa fascia scura nella parte bassa dello schermo è il fondale, nel modello in bianco e nero (Fig.1), la sua composizione e  consistenza è indicata dalla diversa tonalità di grigio. Il materiale più compatto come la roccia, sarà interpretato con un nero più intenso, mentre quello più morbido come ad esempio sabbia, melma o fango, sarà caratterizzato da toni più tenui. Dall’andamento riportato nella schermata soprastante, se ne deduce che ci troviamo in presenza di un marcato salto di batimetrica, situazione ideale per poter trovare pesce in caccia o che vi staziona, infatti nei pressi del fondo ed a mezz’acqua sono presenti interessanti segnali (archi) che ne confermano la presenza.

Figura 1
Figura 2
Figura 3

Man mano che si sale di fascia di prezzo, troviamo strumenti a colori di più semplice interpretazione. Ne esistono anche con tecnologia 3D (fig.3) che rientrano nella fascia di prezzo più alta ma che restituiscono un’immagine estremamente precisa di tutta la morfologia del fondo particolarmente per profondità comprese nei 35 metri.

Il principio è quello di ottenere graficamente quello che succede sotto lo scafo della nostra imbarcazione: cosa compare sul fondo e nello strato intermedio d’acqua. Oggi, a differenza di una quindicina di anni fa, si può acquistare un ecoscandaglio valido ad un prezzo accettabile.

Man mano che si sale di fascia di prezzo, troviamo strumenti a colori di più semplice interpretazione. Ne esistono anche con tecnologia 3D (fig.3) che rientrano nella fascia di prezzo più alta ma che restituiscono un’immagine estremamente precisa di tutta la morfologia del fondo particolarmente per profondità comprese nei 35 metri.

Il principio è quello di ottenere graficamente quello che succede sotto lo scafo della nostra imbarcazione: cosa compare sul fondo e nello strato intermedio d’acqua. Oggi, a differenza di una quindicina di anni fa, si può acquistare un ecoscandaglio valido ad un prezzo accettabile.

PARTI FONDAMENTALI: LO STRUMENTO ELETTRONICO E IL TRASDUTTORE

Il box strumento su cui è assemblato il monitor, contiene anche tutti i circuiti necessari al funzionamento (trasmettitore, ricevitore/amplificatore), è dotato di un cavo di alimentazione a 12V e di una presa a cui andrà connesso il cavo del trasduttore. Quest’ultimo ha il compito di direzionare, trasmettere e ricevere i segnali.

Il box viene posizionato in genere nella plancia , mentre il trasduttore viene fissato sullo scafo,  in un’area sufficientemente lontana da vibrazioni e pericolose onde sonore che ne influenzano le funzionalità, quindi collegato al box tramite il cavo apposito.

Nel momento in cui si attiva elettricamente lo strumento, il trasmettitore invia una data quantità di energia elettrica verso il trasduttore che, per effetto di elettrostrizione, la commuta in impulso sonoro direzionandolo verso il fondo marino. Appena l’impulso raggiunge un ostacolo o il fondo,  il segnale viene rimbalzato verso l’alto ritornando al trasduttore (effetto eco). – A questo punto si avrà il processo inverso: nuovamente per elettrostrizione l’ eco è riconvertito in energia elettrica, fatta eccezione che in questa fase “di ritorno” il ricevitore dello strumento dovrà inoltre amplificare il debole segnale restituito prima di riinviarlo al sistema di esposizione che appare sullo schermo.

Visto che è proprio sullo schermo che avviene la lettura, risulta intuitivo dedurre che essa sarà tanto più dettagliata, nitida ed elevata, quanto più alta è la qualità ed il potere risolutivo dello strumento.

Figura 4

Correttamente dimensionato, lo schermo puo’ essere posizionato in un punto qualsiasi della plancia di guida, ma è bene, prima di fare le forature di fissaggio, verificarne la visibilità unitamente all’angolo di inclinazione,  in quanto alcuni modelli hanno poco contrasto se troppo illuminati.

TIPOLOGIE DI TRASDUTTORE :

Figura 5 – a scarpetta su staffa
Figura 5-bis   Schema montaggio della scarpetta sullo specchio poppiero
Figura 6 – passanti in bronzo
Figura 7 – per montaggio interno

Quelli a scarpetta su staffa (Fig.5), usualmente in plastica, hanno un costo minore ed utilizzano potenze medio basse. I Passanti in bronzo (Fig.6), devono essere montati praticando un foro nello scafo, essi hanno una maggiore precisione e generalmente potenze “più importanti” un costo piu’ elevato. In presenza di uno scafo in resina omogenea – esente da interposizioni varie di altro materiale “tipo sandwich” – si può optare per un montaggio del trasduttore dall’interno,(Fig.7) senza dover praticare alcun foro nello scafo, soluzione che consente di trasmettere e ricevevere ottimamente il segnale ma che implica una lieve perdita di potenza di circa il 5% che può essere però compensata dall’ elevata potenza dello strumento. Generalmente questa soluzione è adottata per le potenze prossime al Kw(necessaria se lo strumento sarà utilizzato su fondali superiori a 300-400 mt).

La scelta, oltre che al budget disponibile, andrà fatta proprio in base alla profondità a cui intenderemo andare a pescare. Maggiore è la profondità, maggiore dovrà essere la potenza del segnale  emessa dal nostro  apparato.

Ma per comprendere bene la questione, prima dobbiamo avere ben chiari alcuni concetti fodamentali:

LA VELOCITA’ DEL SUONO NELL’ACQUA

Propagandosi ottimamente nei fluidi sotto forma di onda sonora – 1480 m/s – [la sua frequenza e la velocità di propagazione ne determinano la lunghezza d’onda], il suono che è alla base del concetto del nostro strumento, viene prodotto mediante un impulso con processo di oscillazione e quindi emesso dal trasduttore. Quello che ci interessa è comprendere che questa onda sonora è caratterizzata da una frequenza ossia dal numero di oscillazioni in un secondo. Detta frequenza viene espressa in cicli o hertz. Hertz significa “uno al secondo”, in questo frangente a noi interessa particolarmente un suo multiplo ossia il kilohertz(kHz) ovvero: mille oscillazioni al secondo.

I “Fishfinders” tanto per dare un tono anglosassone alla necessaria “solfa” che vi sto facendo… operano generalmente con frequenze nell’ordine dei

-50 kHz [Un ultrasuono che ha  in acqua un’onda di tre centimetri] – per quelli a bassa frequenza

-200 kHz [Un ultrasuono che ha lunghezza d’onda di soli 7,5 millimetri] per quelli ad alta

fatta eccezione per quelli di ultima generazione con supporto di tecnologia 3D che possono superare  i 450kHz !

Inoltre alcuni modelli, come il mio per esempio,  utilizzano il sistema Dual Frequency 50-200, consentendo di poter avere una restituzione grafica con bassa, con alta o con entrambe le frequenze. – “Ma a noi che cavolo… ce ne frega? “

Mi spiego e sintetizzo:in funzione di una determinata pratica di pesca, è necessaria una certa lettura più o meno delimitata della porzione d’acqua interessata. Per fare un esempio, nella  traina la visibilità si deve estendere il più possibile e quindi è ragionevole optare per un trasduttore a bassa frequenza da 50 kHz con un cono ad angolazione di 45°.

Per pescare a bolentino, inchiku, kabura e comunque con tecniche che richiedono l’individuazione di piccole porzioni di superficie: tipo scogli, guglie ect.  opteremo per una sonda o trasduttore ad alta frequenza da 200 kHz a “cono stretto”, con trasduttore ad alta frequenza da 8° a 20°.

Tuttavia, quanto sopra esposto può essere alquanto opinabile. Infatti, anche per l’alta frequenza esiste un rovescio della medaglia: un minore potere penetrativo del fascio di ultrasuoni, tempi di emissione decisamente più lunghi rispetto alle basse frequenze e di conseguenza, in certi casi, una discreta perdita del potere risolutivo. Questi valori sensibilizzano la risoluzione, che è in sostanza l’elemento primario con capacità di separare i bersagli l’uno vicino all’altro.

Quale frequenza scelgo? 50 o 200 kHz?

Relativamente al motivo per cui noi pescatori lo utilizziamo, la risposta è che ci vorrebbero tutte e due e risolvete il problema, in quanto ognuna ha i suoi pro e contro.

LA POTENZA DELL’ECOSCANDAGLIO

E’ un fattore importantissimo nella scelta dell’ecoscandaglio dalla quale è strettamente vincolata. Essa è misurata in Watt e  bisogna inoltre sapere che può essere espressa come potenza di picco oppure come potenza al trasduttore – che è  quella che ci interessa!. Si può affermare che un ecoscandaglio medio  dovrà avere una potenza al trasduttore di circa 500 watt, per arrivare al kW (1000 W) di ottimi strumenti per ottimi risultati. Ma attenzione: il rapporto tra Potenza di picco e Potenza al trasduttore è di 8 : 1. Quindi se per potenza di picco vengono indicati 1,6Kw, l’effettiva potenza al trasduttore sarà di soli 200 watt !

E’ lapalissiano specificare che la scelta dell’abbinamento dello strumento ecoscandaglio con il trasduttore, se non già accoppiati in Kit, và fatta tenendo in considerazione la compatibilità sia del fattore potenza che  di quello della frequenza.

Il mio  ha 400 watt di potenza al trasduttore – che è a scarpetta e montato sul lato destro dello specchio poppiero a una distanza sufficiente da non essere disturbato dagli inevitabili fenomeni di turbolenza causati dall’elica – mi permette di essere operativo a fino a 230 metri reali di profondità.

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