Massimo Massari

" Ogni cosa che più ti aspetti, capita sempre quando meno te l'aspetti ... "

Spinning

PREMESSA

Ed eccoci  a cercare le parole giuste e possibilmente non molte, per descrivere un’altra tecnica di pesca che i pantofolai non amano affatto: lo spinning.

Infatti, questo tipo di pesca di sedentario non ha proprio niente! Coloro che la praticano, non hanno problemi di fare cappotti, non si intimoriscono se piove e tira vento, amano gli spruzzi di salsedine sollevati dal mare mosso, odiano stare seduti ad aspettare, non si incantano di fronte ad un galleggiante, ma sono però sedotti dall’attacco che da un momento all’altro, può arrivare sull’artificiale che lanciano e recuperano di continuo andando a scandagliare tutti gli angoli possibili della risacca.

Soprattutto cercano di proiettarla in tutti i punti dove la ragione dice che non può esservi un pesce, la animano fin sotto ai propri piedi, perché non vogliono più trovarsi impreparati quando la botta arriva proprio nell’istante esatto in cui si sta alzando la canna per tirare  l’esca fuori dall’acqua.

Lo spinning è una roba che si impadronisce di te, non richiede di possedere una barca, basta avere una canna, un mulinello, qualche minnow ed eccoci pronti.

Cerchiamo di mettere in ordine le cose.

Ora stavo parlando di mare e di spigola, ma i campi di applicazione per lo spinning sono veramente tutti: acqua dolce( laghi, fiumi, torrenti) acqua salata( mari temperati e tropicali) con un’ulteriore distinzione: da terra e dalla barca (mangianze in mare aperto e sottocosta, reef, secche ect.).

SPINNING  OFFSHORE  AI TUNNIDI

Ed eccoci lanciati, proprio come un artificiale, nel bel bezzo delle mangianze!

Siamo alle porte di una stagione che ha tutti i presupposti per rivelarsi veramente gratificante! Il fermo imposto e tutta la legislazione attuata in tema  “Tonno rosso”, hanno dimostrato  tutta la loro efficacia.

Non intendo entrare nello specifico della legge , nè tantomeno addentrarmi in questioni come quote… pescatori dilettanti & sportivi, documentazione da possedere, segnalazioni…ect.ect. in quanto non sono queste nè la sede nè l’ambito appropriati. Inoltre non è mia intenzione sollevare dibattiti che abbiano la diretta conseguenza di farmi e  di farvi ingrandire il fegato come  un capone da 2kg.

Drifting e traina, sono tecniche ormai consolidate per insidiare sua Maestà il Tonno Rosso, e tutti, chi più chi meno, le abbiamo messe in pratica svariate volte, collezionando vittorie entusiasmanti sia sotto il profilo degli strike ricevuti che per le conseguenti catture.

Andiamo a vedere cosa succede se affrontiamo le mangianze a SPINNING o a “POPPING” come sempre più spesso è in uso etichettare codesta disciplina.

Consolidato il fatto che il popping al bluefin tuna (come viene chiamato in inglese), in tutte le sue forme e varianti è ultra collaudato essendo praticato sistematicamente in tutto il mondo, dal Giappone, Stati Uniti fino ad arrivare alla Francia, Spagna, Grecia ect.; anche nel nostro Paese i malati del tenere la canna sempre in mano mentre si pesca, vogliono dire la loro. Essendo uno di voi sono qui a supportarvi!

A tal proposito vediamo se posso esservi utile per un, più proficuo possibile, approccio alla tecnica.

SPINNING SULLE MANGIANZE

Siamo con la prua diretta al mare aperto, verso quelle zone che sappiamo essere solite ospitare generosi branchi di pesce foraggio.

Tutti in piedi. La mano funziona da visiera per coloro che si sono scordati a terra il cappellino. Occhiali da sole polarizzati nascondono occhi bene attenti a scovare la minima piuma che si muove sulla linea dell’orizzonte. Dove sono i gabbiani?

Questo è il primo passo. Individuare i voraci pennuti che sono i primi a scovare gli schizzi delle disperate alici, che obbedendo alle leggi naturali che il branco impone, cercano salvezza addossandosi e stringendosi a dismisura l’una vicino all’altra a pelo d’acqua, contemporaneamente assediate dal mare e dal cielo.

Una buona osservazione del tutto, quindi compresa bene la direzione di spostamento di tutto l’insieme, andremo a posizionarci sopravento ad una distanza tale che permetta un continuo avvicinamento alla zona cruciale a motore spento e quindi a scarroccio.

Coadiuvati da una buona dose di fortuna, se calcolata bene la deriva (data dalla risultante della sommatoria corrente e vento), ed indovinata la corretta direzione di spostamento del branco, a patto che non cambi repentinamente direzione. Possiamo andare in pesca.

Ulteriori accorgimenti come ad esempio se tenere il sole alle spalle o meno li lascio dedurre a voi. L’esperienza unitamente ad una corretta valutazione del tutto faranno in modo che una volta fermi, il branco di alici si direzioni proprio sotto alla vostra imbarcazione per trovarvi riparo. Se questo accade… Gli interi 360° attorno a voi diventeranno vincenti.

SPINNING LIGHT

Se ci troviamo in presenza di tombarelli, lampughe, sgombri o palamite, insomma prede  di modeste dimensioni, avremo la necessità di impugnare un’attrezzatura piuttosto leggera. Viceversa se le dimensioni delle prede individuate sono nettamente sostenute, ovviamente, la nostra esigenza ci imporrà di imbracciare qualcosa di più pesante che ci consenta di litigare almeno ad armi pari…Parola d’ordine:versatilità.

Da questo ne potete dedurre che a disposizione è consigliabile avere almeno due tipologie di attrezzatura per poterci adattare correttamente alla situazione in cui ci siamo imbattuti. Partiamo dalla leggera.

In questo ambito io utilizzo una canna con una potenza compresa tra i 10 ed i 50g, essa  deve essere di buona qualità, avere un’azione particolarmente di punta ma detenere una riserva di potenza nella parte bassa del fusto che ci permetta di fronteggiare le improvvise fughe di questa tipologia di prede.

Il mulinello sarà da spinning (a bobina fissa), taglia 4000, imbobinato con un trecciato di alta qualità 33lb (PE.2).

Al termine del trecciato, mediante uno degli svariati nodi di giunzione(molto usato è il nodo PR), abbino circa 60-80 cm  di fluorocarbon di diametro attorno allo 0.40. Quindi uno spinlink clips al quale poter collegare il nostro artificiale in modo da poterlo sostituire con una certa velocità. Premetto che il collegamento all’artificiale può essere praticato anche direttamente con un nodo, ma io preferisco utilizzare i clips per una questione di sicurezza. Mi spiego meglio: gli artificiali molto corti e piccoli, in fase di abboccata, se allungati con una clips, proteggono per una lunghezza minima ma comunque maggiore il fluocarbon dai denti del pesce.

Le esche utilizzate in questi frangenti possono spaziare dai mini jig, minnows, stickbaits, cucchiaini ondulanti ai popper. Le colorazioni sono quelle classiche sardina, pink, white, silver e gold o combinazioni delle stesse. In commercio ne potrete trovare una quantità notevole. Sperimentatele in fase di mangianza ed a seconda degli strike ricevuti troverete quella, che da quel momento in poi, farà sempre parte delle vostro corredo.

In questo ambito sono solito utilizzare esche mini-jig di grammature comprese tra gli 8 e i 15g montate con un’amo in coda anziché con l’ancoretta. Detta sostituzione, sostengo permetta di perdere molti meno pesci e consente di ferirne indiscutibilmente meno, perché la possibilità di “rubarne” si riduce notevolmente. Infatti, allamare, non in bocca, ma in zona pelvica o quella prossima alla caudale (coda), un pelagico di anche soli 3kg, non è una cosa per niente conveniente! Essa metterà a serio rischio tutto il vostro complesso pescante e nella migliore delle ipotesi vi farà perdere preziose decine di minuti che sarebbe stato meglio investire diversamente.

Da come ho potuto verificare sul campo, particolarmente vincenti si rilevano i mini jig, lanciati e recuperati in long jerk, effettuando pause tra i movimenti, tali da consentire all’artificiale di lavorare bene soprattutto in caduta dove rivela tutta la sua attrazione fatale. Vi renderete conto che la maggior parte delle aggressioni le otterrete proprio in questa fase.

Una raccomandazione inevitabile! Usate sempre un paio di occhiali ed invitate tutti coloro che sono a bordo a farlo. Questo accorgimento vi sarà utile per 2 motivi: 1) per proteggervi da i vostri compagni di pesca, i quali, raggiunta la mangianza saranno inevitabilmente in frenesia e peggio dei pesci che state insidiando, prodigandosi in energici lanci dei quali ognuno può esserne ignara vittima! 2) Capita spesso che alcune slamate avvengano proprio quando il pesce è sottobordo e nel momento in cui la canna è ultra inarcata sotto la forza della preda. Se ciò avviene in quel momento, le esche sono proiettate verso di voi con tutto il potenziale degno di una fionda. Lascio alla vostra immaginazione trarne le peggiori conseguenze.

Prima di un’uscita, perchè possa essere ricordata come una splendida giornata, investite qualche parola con coloro con cui condividerete l’imbarcazione, invitateli in anticipo a mantenere durante tutta la battuta di pesca una certa lucidità, informandoli su questi potenziali pericoli.

SPINNING AL TONNO ROSSO

Cerchiamo adesso di capire come impostare il corretto approccio per gestire al meglio la seconda tipologia situazione. Ovvero quando il vostro sistema cardiocircolatorio sarà caratterizzato da una frequenza di pulsazione nettamente più elevata a causa degli spaventosi  dorsi in caccia, visti affiorare e sparire in disorientanti mulinelli d’acqua nel bel pieno della mangianza.

Il tonno rosso, conosciuto per le sue grandi doti di nuotatore e velocista, per le quali si è guadagnato per antonomasia il simbolo del “Big Game”,  è un grande pesce pelagico appartenente alla famiglia degli sgombridi (Scombridae). Non a caso il nome scientifico (Thunnus thynnus) deriva dalla parola greca thuno che significa correre con potenza. Il tonno è in grado infatti di superare la velocità sorprendente di 70 km/h. Appena incannato non lascia alcuno spazio a dubbi circa la sua reputazione.

La legge in vigore, impone che la taglia del tonno rosso debba essere, per poter essere trattenuto, superiore ai 30 kg o ad 1,15 mt se misurato dalla bocca all’estremità della pinna caudale. Capite bene che se vogliamo “lanciare”, dobbiamo essere ben armati!

Valutando l’acquisto di idonea attrezzatura, bisogna quindi orientarci per una 70/80 lb che ci permetta di lanciare minnow, jigs da lancio, stickbait, pencil o popper di grammature che vanno dai 30 ai 110 g. Il mulinello idoneo è nel range di un 10000 o 18000 imbobinato con un trecciato di misura compresa tra le 62 e le 80 lb circa. A disposizione bisogna averne non meno di 300 mt, e possibilmente riuscire a stare vicino ai 400 per questioni di tranquillità. Quindi nodo di giunzione con il terminale, che a differenza di quello del “light”, sarà più lungo, circa 2-2,5 mt. Questo sarà rigorosamente in fluocarbon e di diametro non inferiore allo 0,80. Detta scelta è motivata dal fatto che la coda dei grossi tonni in fuga, se a contatto con il multifibra, il quale è più facilmente vittima dell’abrasione potrebbe causarci un terribile flop e questo avviene, sempre per lo stesso motivo, al termine del confronto nell’ultima e concitata fuga, magari dopo un’ora di battaglia. Compreso?

Il terminale andrà annodato ad una girella(mis. 1-2) o ad un solid ring (300-450lb) quindi uno split ring(250-300lb) ci consentirà la connessione con l’artificiale.

Gli artificiali vincenti sono prevalentemente stickbaits, popper e jigs da lancio. Questi ultimi sono leggermente diversi da quelli utilizzati nel vertical Jigging onde poter avere un’assetto leggermente diverso, anche se, utilizzando i medesimi con basse grammature ovvero inferiori ai 100g ma armati con l’amo in coda,  si possono ottenere buoni risultati.

Nei negozi attrezzati per questo tipo di disciplina, potrete scegliere alcuni stickbait e popper per attrezzarvi a dovere. Cercate di non esagerare con le dimensioni e quindi con le grammature, che devono essere inferiori a quelle che per esempio vengono adoperate ai tropici per la pesca al GT. Cercate di rimanere nell’ordine dei 30-70/100g circa. Il colore classico sardina funziona molto bene ma esistono situazioni in cui colori più sgargianti avranno ottimi e risolutivi risultati.

Vi accorgerete che esistono giornate in cui, tolto qualche sporadico inseguimento da infarto, verranno attaccate solo esche di dimensioni medesime a quelle del novellame della mangianza. Generalmente, non essendo molto grosse, ci impongono, di conseguenza, un uso di artificiali il più leggero possibile.

Rimango a disposizione per qualsiasi vostra domanda e vi auguro indimenticabili pescate!

Andate e moltiplicatevi…

Torna in alto